Il browser, per decenni la porta d’accesso quasi invisibile al web, è al centro di una rivoluzione che potrebbe renderlo obsoleto. L’ascesa dell’intelligenza artificiale non sta solo cambiando il modo in cui cerchiamo le informazioni, ma sta mettendo in discussione il concetto stesso di “navigazione”, minacciando un ecosistema economico basato sul controllo dell’attenzione degli utenti.
Se per anni Google ha costruito il suo impero pagando cifre esorbitanti – come i 20 miliardi di dollari versati ad Apple solo nel 2022 per essere il motore di ricerca predefinito su Safari – oggi questo modello vacilla. La domanda è semplice ma dirompente: cosa resta da navigare, se l’AI trova e consegna direttamente la risposta, senza bisogno di cliccare su link o aprire nuove schede?
Gli analisti delineano tre scenari per il futuro. Il primo è quello di un browser potenziato, dove l’AI agisce come un assistente integrato che esegue compiti complessi in background. Il secondo, più radicale, vede il browser diventare una semplice estensione di un’app AI: non è più l’utente a navigare, ma un “agente” autonomo come quello di ChatGPT, che agisce per conto nostro. Lo scenario più estremo è quello di un web “post-umano”, dove i protocolli di comunicazione macchina-macchina (API) renderanno superflua l’interfaccia umana del browser.
Questa trasformazione mette in crisi il modello pubblicitario su cui si regge gran parte del web. Attori come Google devono difendere il loro business, mentre OpenAI studia un proprio browser e Apple potrebbe integrare l’AI direttamente a livello di sistema operativo. La partita è aperta e non riguarda solo la tecnologia, ma il futuro della distribuzione dei contenuti e della visibilità online, un tema cruciale per chiunque si occupi di SEO e marketing digitale.
Fonte: Agenda Digitale