Google ha aperto una posizione insolita ma rivelatrice: un Anti-Scraping Analyst, incaricato di individuare pattern sospetti di raccolta automatizzata dei dati e sviluppare strategie per limitarne l’impatto.
La decisione di Google di eliminare il parametro &num=100, che permetteva di visualizzare fino a 100 risultati per SERP, sembra quindi essere solo il primo segnale di una strategia piĂą ampia contro lo scraping.
Come osserva Jamie Indigo, “num=100 was the first casualty in what appears to be an escalating bot war”. Il riferimento è al conflitto in corso tra chi raccoglie grandi volumi di dati tramite bot e Google, sempre più orientata a difendere l’integrità dei propri sistemi.
Le responsabilità del nuovo ruolo sono chiare: monitorare in profondità i log file, analizzare dataset per identificare pattern di abuso, sviluppare metriche per misurare l’impatto degli scraper, collaborare con i team di ingegneria per creare nuove regole di difesa e persino costruire segnali per modelli di machine learning capaci di rilevare comportamenti sospetti.
L’obiettivo non è solo proteggere l’infrastruttura di Google, ma anche garantire che i dati riportati in strumenti come Google Search Console restino affidabili. Negli ultimi mesi, infatti, diversi esperti SEO avevano segnalato anomalie nelle impression registrate, ipotizzando che traffico artificiale generato da scraping massiccio potesse alterare i report.
Per il settore SEO la mossa ha un duplice impatto: da un lato, conferma che Google intende limitare l’accesso “non ufficiale” ai dati di ricerca; dall’altro, rende evidente che la gestione delle SERP e delle metriche sta diventando sempre più un campo di battaglia tra interessi diversi.
Fonte: Search Engine Journal