13/10/2025
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Giro di vite sui deepfake: ecco la nuova legge italiana

L’Italia compie un passo decisivo nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale, diventando uno dei primi Paesi a introdurre una normativa specifica per contrastare l’uso illecito dei deepfake. Con l’entrata in vigore il 10 ottobre della legge n. 132/2025, la creazione e diffusione di contenuti multimediali alterati con l’AI, senza consenso e con lo scopo di arrecare un danno, diventa a tutti gli effetti un reato.

La nuova legge, che si allinea all’AI Act europeo ma anticipa risposte concrete a fenomeni già diffusi, introduce nel codice penale il reato di “illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale” (art. 612-quater c.p.). La norma prevede pene severe: chiunque diffonda immagini, video o audio falsificati in modo tale da ingannare sulla loro autenticità, causando un “ingiusto danno” alla persona ritratta, rischia la reclusione da uno a cinque anni.

Questo provvedimento colma un significativo vuoto normativo, offrendo uno strumento legale per perseguire abusi che fino a ieri rimanevano in un limbo giuridico. Questo provvedimento colma un significativo vuoto normativo, offrendo uno strumento legale per perseguire abusi che fino a ieri rimanevano in un limbo giuridico. La sua urgenza è stata resa evidente da casi di cronaca recenti, come il blocco da parte del Garante della Privacy dell’app Clothoff, che permetteva di creare nudi falsi di persone reali (minori inclusi) senza alcuna verifica del consenso.

La legge non si limita a punire, ma introduce anche un principio di trasparenza. Qualsiasi contenuto generato o modificato con l’AI, che possa sembrare reale, dovrà essere accompagnato da una marcatura esplicita (ad esempio, con la dicitura “immagini/voci generate o modificate con sistemi di intelligenza artificiale”). Il legislatore ha previsto anche delle aggravanti, ad esempio se il reato viene commesso per manipolare l’informazione o alterare il processo democratico. Con questa legge, l’Italia non solo fornisce una tutela più forte ai cittadini contro la manipolazione digitale, ma si pone all’avanguardia nel tentativo di governare gli impatti sociali di una tecnologia sempre più potente e accessibile.

Fonte: Giuridicamente

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