L’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il settore sanitario, diventando uno strumento indispensabile per la ricerca, la diagnosi e la pratica clinica. L’adozione della tecnologia non è più un’ipotesi futura, ma una realtà consolidata, come dimostrano i dati impressionanti provenienti dagli Stati Uniti e le proiezioni di crescita del mercato globale.
Secondo un’indagine dell’American Medical Association, oltre due medici su tre negli USA (circa il 67%) utilizzano già quotidianamente strumenti basati sull’AI per supportare il loro lavoro. Questa diffusione capillare è il segnale di una rivoluzione in atto, che va dalla diagnosi precoce allo sviluppo accelerato di nuovi farmaci. A Stanford, ad esempio, un laboratorio virtuale basato sull’AI è riuscito a sviluppare in pochi giorni cento potenziali terapie contro il COVID, due delle quali sono già state validate con successo.
Il mercato riflette questa tendenza con una crescita esplosiva. Le stime globali indicano che il valore dell’AI in ambito sanitario è destinato a raggiungere i 180 miliardi di euro entro i prossimi cinque anni, segnando un incredibile +619% rispetto al 2024 e un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 38%. Il Nord America guida attualmente il settore con il 45% del mercato , ma anche l’Europa sta accelerando, con iniziative significative come il bando da 24 milioni di euro della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB) in Italia, che finanzia anche progetti basati sull’intelligenza artificiale. L’AI non è più solo un’innovazione tecnologica, ma un asset strategico che sta ridefinendo il futuro della medicina.
Fonte: AI News