03/11/2025
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Altro che sorpasso: Google sempre più forte, anche grazie all’AI

Nell’ultimo anno, la narrativa dominante parlava di Google minacciato e reso quasi obsoleto dall’ascesa dell’AI generativa di competitor come OpenAI. I risultati finanziari del Q3 2025 di Alphabet, la holding che possiede Google, raccontano una storia diametralmente opposta: non solo non c’è stata crisi, ma sta usando l’AI per diventare più forte e profittevole che mai.

Per la prima volta, Alphabet ha infatti superato i 100 miliardi di dollari di fatturato in un singolo trimestre, chiudendo con ricavi totali per 102,3 miliardi e superando ampiamente le aspettative. A trainare questa crescita non sono solo i segmenti “accessori”, come il “cloud”, ma il cuore pulsante del business: la pubblicità su Ricerca (+15%) e YouTube (+15%).

Il dato strategico, che ribalta le previsioni, è come la Ricerca sia cresciuta. Invece di assistere alla temuta “erosione” o cannibalizzazione da parte dei Motori AI, i dati dimostrano che le nuove funzionalità AI stanno espandendo l’uso della ricerca. Sundar Pichai ha confermato che le query complessive e quelle commerciali sono cresciute più rapidamente rispetto al Q2, e il merito è proprio di AI Overview e AI Mode. Le query su AI Mode sono raddoppiate nel Q3, raggiungendo 75 milioni di utenti attivi giornalieri, e l’effetto di crescita delle query generato da AI Overview è stato definito “ancora più forte”, specialmente tra gli utenti più giovani. Questo significa che l’AI sta creando nuove sessioni di ricerca, non sostituendo le vecchie.

L’analisi dei competitor conferma che il sorpasso non è avvenuto perché “i concorrenti non sono abbastanza forti e l’ecosistema di Google è potente”. I prodotti di OpenAI, al momento, “mancano di immaginazione e sovversività” e gli inserzionisti, pur curiosi, non li considerano ancora un’opzione “must-have” per i loro budget.

Questo ha permesso a Google una “trasformazione relativamente calma”. Anche se Gemini (650M di utenti attivi mensili) sembra indietro rispetto a ChatGPT (800M settimanali), il volume di elaborazione di Gemini ha già superato quello di ChatGPT (7 miliardi di token/minuto contro 6). Ma il punto cruciale è la commercializzazione. Gli inserzionisti, ovvero chi paga i conti, al momento sono solo “curiosi” dei risultati di OpenAI e non la considerano un’opzione prioritaria perché Google controlla gli scenari (Chrome, Android), i dati e ha già un ecosistema pubblicitario rodato e potenziato dall’AI (come Pmax) che sta già dando risultati.

Insomma: Google è passato dall’essere la presunta “vittima” designata dell’AI a esserne il “pioniere” indiscusso, sfruttando la sua posizione dominante per trasformare una minaccia in un’opportunità di espansione. Il “perché” strategico è semplice: l’intelligenza artificiale non sta sostituendo la ricerca, la sta espandendo, e Google è l’unico player che possiede l’ecosistema, i dati e la tecnologia per monetizzare questa espansione meglio di chiunque altro.

Cosa significa questo per chi fa SEO? Che la partita si gioca, oggi più che mai, su Google – non solo e non tanto perché le sue esperienze AI “evidenziano il web” e mandano “miliardi di clic ai siti ogni giorno”, come dicono i dirigenti, ma perché la ricerca classica, i tuoi contenuti, sono la base da cui AI Overview e AI Mode attingono per generare le loro risposte. Se non sei lì, sei fuori da entrambi i giochi.

La sfida operativa, quindi, si sposta: non basta più puntare al link blu, ma diventa cruciale conquistare e monitorare la visibilità all’interno delle risposte AI. Qui, però, emerge il vero problema: come misuri questo nuovo traffico? Nello stesso report, Google ha chiaramente omesso di condividere informazioni sulla percentuale di clic in uscita dalle esperienze AI, dato che non è presente (ancora) in alcun suo strumento di reporting per tracciarli.

Stai volando alla cieca. Sai che devi esserci, ma non puoi misurare come e quanto ci sei.

È esattamente qui che entra in gioco SEOZoom, l’unico tool che ti permette di lavorare in modo strategico: con GEO Audit capisci come le AI ti vedono e cosa rafforzare (valori, topic, competitor, sentiment, buyer personas); AI Overview Monitor traccia dove compari nelle risposte AI; AI Engine progetta contenuti pensati per essere citati come fonte.

Oggi non basta più “essere primi”, devi diventare la fonte. E noi ti diamo gli strumenti per farlo.

Fonte: Wall Street Journal

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