Il mercato della ricerca è cambiato radicalmente, ma i budget di marketing sono rimasti fermi al decennio scorso. Un’analisi massiccia condotta dall’agenzia Rise at Seven su 1,5 miliardi di ricerche globali svela una discrepanza economica allarmante: su una spesa SEO globale di 74,9 miliardi di dollari, ben 67 miliardi (il 90%) vengono investiti esclusivamente per posizionarsi su Google. I dati di traffico raccontano però un’altra realtà : Google detiene oggi solo il 34,5% della quota reale di “Discovery”, ovvero delle ricerche esplorative che avvengono all’inizio del percorso d’acquisto.
La maggior parte delle opportunità di visibilità (il 60% circa) si è spostata sui social network visuali. YouTube (24%), Instagram (20,9%) e TikTok (16,7%) sono diventati i motori di ricerca primari per interi settori merceologici. Nel comparto Fashion, ad esempio, Instagram gestisce il triplo delle ricerche esplorative rispetto a Google. Nel settore Gaming, YouTube domina incontrastato per le recensioni e i tutorial, lasciando al motore di ricerca tradizionale solo una frazione marginale dell’intento informativo.
Il concetto di “Search” si è frammentato in base all’intento. L’utente moderno non cerca tutto nello stesso posto: usa TikTok per la validazione sociale veloce (+171% di crescita nelle ricerche anno su anno), YouTube per l’approfondimento (+108%) e i nuovi motori LLM come ChatGPT (+11.000% di interesse, seppur partendo da zero) per la sintesi. Continuare a ottimizzare solo per la SERP di Google significa ignorare i due terzi dei punti di contatto dove si forma la preferenza del consumatore.
Le aziende devono passare da una strategia di “posizionamento per parole chiave” a una di “Ingegneria della Domanda” (Demand Engineering). Se il tuo brand non è presente dove nasce l’ispirazione — nei video di TikTok o nelle discussioni di Reddit — l’utente arriverà su Google solo per cercare il prodotto di un concorrente che ha lavorato meglio sulla discovery.
Fonte: Rise at Seven