OpenAI sta costruendo l’infrastruttura per erogare pubblicità su ChatGPT. Se nei mesi scorsi si erano rincorse notizie, smentite e mezze dichiarazioni – come quella di Sam Altman di appena qualche settimana fa – l’analisi del codice della versione beta dell’app Android di ChatGPT ha portato alla luce le prove tecniche dell’inserimento di ADS nel chatbot.
Le stringhe individuate nel backend, come “search ad“, “sponsored query” e “search ads carousel“, confermano che la piattaforma si prepara a integrare formati promozionali direttamente nel flusso di risposta, replicando dinamiche simili a quelle della Search tradizionale.
OpenAI sta quindi effettivamente ingegnerizzando un sistema di monetizzazione basato sulla vendita di spazi pubblicitari all’interno delle risposte generative, e i formati tecnici predisposti indicano un modello ibrido tra search advertising e display. Le etichette “search ads carousel” suggeriscono l’inserimento di caroselli di prodotti sponsorizzati in risposta a query transazionali o di shopping, replicando le dinamiche visive dei motori di ricerca tradizionali; il riferimento a “sponsored query” implica invece la possibilità per gli inserzionisti di acquistare la visibilità su specifici intenti di ricerca, inserendo messaggi promozionali nel flusso conversazionale dell’utente.
L’implementazione di questi codici segna la transizione operativa verso un modello ad-supported, come peraltro ammesso dallo stesso Altman, che si è dovuto arrendere alle evidenze: se inizialmente aveva definitp la pubblicità un’opzione “di ultima istanza”, il CEO ha dovuto correggere il tiro, ammettendo di apprezzare gli annunci ben targettizzati (citando l’esempio di Instagram) e aprendo alla possibilità di un modello ibrido. La necessità di monetizzare l’enorme base di utenti gratuiti — stimata in 800 milioni di visitatori settimanali — e di sostenere i costi computazionali di oltre 2,5 miliardi di prompt giornalieri ha reso l’introduzione dell’advertising una scelta obbligata.
La struttura tecnica rivelata dal leak trasforma ChatGPT da assistente neutrale a canale di performance marketing. I brand devono prepararsi a una nuova asta per l’attenzione conversazionale, dove la raccomandazione dell’AI non sarà più soltanto frutto del training, ma anche del budget investito.
Fonte: Search Engine Land