Contrariamente alle speculazioni che circolavano nel settore, OpenAI ha ufficialmente confermato che il suo modello di intelligenza artificiale di prossima generazione, GPT-6, non verrà rilasciato nel corso del 2025. Questa dichiarazione segna una potenziale “frenata” nella corsa allo sviluppo di modelli linguistici sempre più potenti, o quantomeno un aggiustamento delle tempistiche rispetto alle aspettative del mercato.
La conferma arriva in un contesto in cui la competizione tra le big tech dell’AI è più accesa che mai, con lanci e aggiornamenti quasi continui. La decisione di OpenAI di posticipare il rilascio di GPT-6 potrebbe essere interpretata in diversi modi. Da un lato, potrebbe indicare la volontà di concentrarsi sul consolidamento e sull’ottimizzazione dei modelli attuali, come GPT-4o e le sue varianti, prima di compiere il salto generazionale successivo. Dall’altro, potrebbe riflettere le crescenti sfide tecniche ed etiche legate allo sviluppo di sistemi AI ancora più avanzati, inclusi i costi computazionali esorbitanti e le preoccupazioni sulla sicurezza e sull’allineamento ai valori umani.
Sebbene non siano state fornite motivazioni dettagliate per questo cambio di programma, la notizia suggerisce che l’evoluzione esponenziale a cui abbiamo assistito negli ultimi anni potrebbe entrare in una fase di sviluppo più misurata. Per le aziende e i professionisti che utilizzano l’AI, questo significa avere più tempo per integrare e sfruttare appieno le capacità dei modelli attuali, ma anche dover ricalibrare le aspettative sulle future innovazioni rivoluzionarie. La “pausa” di OpenAI potrebbe anche dare spazio ai competitor per recuperare terreno o per esplorare direzioni alternative nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa.
Fonte: Punto Informatico
