Non più solo uno strumento da ufficio: ChatGPT entra nella vita quotidiana degli utenti. Il primo report ufficiale realizzato da OpenAI insieme al NBER, basato su 1,5 milioni di conversazioni, rivela che quasi tre quarti delle interazioni con il chatbot non hanno nulla a che fare con il lavoro.
Se a inizio 2024 le interazioni extra-lavorative erano il 53%, a maggio 2025 sono arrivate al 73%. In altre parole, ChatGPT è ormai uno strumento quotidiano per attività personali, oltre che professionali.
Il report evidenzia anche un riequilibrio demografico: la quota di utenti con nomi femminili è passata dal 34% al 52% in poco più di un anno, e l’adozione cresce quattro volte più rapidamente nei Paesi a reddito basso rispetto a quelli più ricchi.
Per quanto riguarda i casi d’uso, circa l’80% delle interazioni rientra in tre categorie: consigli pratici (insegnamento, idee, problem solving), ricerca di informazioni (in parte sostitutiva del web search tradizionale) e scrittura testi (soprattutto correzioni, riassunti e traduzioni più che testi ex novo). Nel complesso, il 49% dei messaggi è classificato come Asking (consigli o decisioni), il 40% come Doing (esecuzione di compiti) e l’11% come Expressing (riflessioni o opinioni personali).
Alcuni usi molto discussi restano marginali: solo il 4,2% dei messaggi riguarda il coding, a fronte del 33% registrato da Claude, mentre i contenuti legati alla vita di coppia o al supporto emotivo pesano meno del 2%.
Secondo OpenAI, questi dati mostrano che ChatGPT genera valore sia sul lavoro che nella vita quotidiana, diventando uno strumento universale per decisioni, produttività e attività personali.
Fonte: OpenAI